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"Dimostranti arrabbiati", "Cariche della polizia". Destra e "sinistra" (GUE/NGL) nel Parlamento europeo giustificano la repressione sui manifestanti

La delegazione del KKE al Parlamento europeo denuncia le due inaccettabili risoluzioni sottoposte al voto plenario del Parlamento europeo sul "diritto alla protesta pacifica" e "sull'uso proporzionato della forza": la prima, co-firmata dal Partito popolare europeo, dai Liberali e dal gruppo Conservatori e Riformisti; la seconda, co-firmata dai Socialdemocratici, dal cosiddetto "Partito della Sinistra" (GUE/NGL) e i Verdi. Si tratta di risoluzioni ambedue riprovevoli che competono tra loro nel giustificare e meglio legittimare la violenza del feroce apparato di polizia contro le manifestazioni popolari in numerosi Stati membri dell'UE.

Non solo non si contraddicono l'una con l'altra, ma ciascuna risoluzione completa l'altra in quanto strumenti profondamente reazionari. Entrambe invocano i "valori" dell'UE e della "Carta dei diritti". La prima ci ricorda che sulla base della "Carta", le libertà di riunione e di parola "sono soggette a restrizioni prescritte dalla legge e necessarie in una società democratica per gli interessi di sicurezza nazionale, integrità territoriale e ordine pubblico". La seconda sottolinea che "le restrizioni sui diritti fondamentali devono rispettare i principi di legalità, necessità e proporzionalità".

Entrambe usano esattamente le stesse parole, condannano "gli interventi sproporzionati delle autorità statali durante le manifestazioni e le proteste pacifiche". Esortano "gli Stati membri a non usare la forza eccessiva contro i manifestanti pacifici". La prima, di tenore "conservatore", sottolinea che i trattati UE richiedono il rispetto della "competenza degli Stati membri per il mantenimento dell'ordine e della sicurezza". L'altra, di stampo "progressista", riconosce che "la Polizia, che conta anche molte vittime, opera in condizioni difficili, soprattutto a causa dell'ostilità di alcuni manifestanti, ma anche a causa del loro eccessivo carico di lavoro"! Entrambi, usano la stessa formulazione, incoraggiano "le forze dell'ordine degli Stati membri a partecipare attivamente alla formazione fornita dall'Accademia di polizia dell'UE (CEPOL) per il mantenimento dell'ordine pubblico".

La risoluzione "conservatrice" sottolinea che "l'esercizio delle libertà, dato che impone doveri e responsabilità, può essere soggetto a formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni"; la seconda, "progressista", invita gli Stati membri "a garantire che l'uso della forza da parte delle forze dell'ordine sia sempre legale, proporzionata, necessaria e l'ultima opzione". La sua differenza "progressista" consiste nel chiedere agli Stati membri di "garantire che tutte le armi (cioè le attrezzature di polizia) siano soggette a valutazioni e test indipendenti prima che vengano immesse sul mercato"!

Entrambe le risoluzioni riconoscono il diritto assoluto dello stato borghese di limitare le libertà di riunione, parola ed espressione, in generale le libertà delle persone, al fine di garantire l'ordine e la sicurezza dei capitalisti, per proteggere il loro potere. Essi legittimano spudoratamente la brutale violenza della polizia, l'autoritarismo e la brutale repressione dei meccanismi statali, purché siano "proporzionati, leciti e necessari". E poi li mandano alle lezioni del College di polizia dell'UE!

Il KKE si oppone implacabilmente alla violenza della polizia, alla repressione di stato in generale contro il popolo. Non accetta la categorizzazione di "legittimità" e "necessità"; non ammette "alibi"; non accetta alcuna scusa. Denuncia che la repressione è un complemento necessario alla politica antipopolare dell'UE e di tutti i suoi governi: dal governo Macron in Francia a SYRIZA in Grecia, dai governi spagnoli di centro-destra e centro-sinistra a Orban in Ungheria; i governi in Polonia e Romania utilizzano la medesima repressione. La repressione colpisce i diritti popolari, è la mano armata dei monopoli contro i lavoratori e i loro diritti. Lo stato borghese e i suoi governi hanno il potere di definire la violenza come "lecita", giudicare la sua "proporzionalità" in base alle teste fracassate, ai manifestanti feriti e persino morti. Chiunque parli di "legittimità, proporzionalità e necessità" della violenza di Stato, arma la sua mano barbarica contro il popolo e i suoi diritti al fine che un manipolo di sfruttatori possa imporre i propri interessi.

Lo scadimento dei nuovi opportunisti e socialdemocratici della GUE non è finito. Non ci si poteva aspettare nient'altro da un gruppo politico in cui SYRIZA occupa un posto di rilievo. Il governo SYRIZA in Grecia ha fatto spettacolare mostra di repressione: ha scatenato violenze brutali da parte della polizia, reprimendo severamente le dimostrazioni di pensionati, studenti davanti alla statua di Truman, insegnanti, promuovendo persecuzioni e "tribunali agrari" contro i contadini che bloccavano le strade nella protesta.

Le risoluzioni della "alleanza progressista" e "neoliberale" dimostrano il loro coinvolgimento strategico nella difesa del potere borghese, del percorso di sviluppo capitalista. Il cosiddetto "fronte del progresso" a cui SYRIZA appartiene, è dalla stessa parte del "conservatorismo", contro i lavoratori.

Ogni persona che si sente militante di sinistra, progressista, radicale, che in qualsiasi momento può trovarsi in strada a manifestare per i diritti del popolo deve trarre conclusioni sul ruolo degli opportunisti, dei nuovi socialdemocratici, in particolare di SYRIZA, dei servizi inestimabili che rendono per stabilizzare e mantenere il barbaro sistema di sfruttamento, controllando le persone sia con la carota che con il bastone.

Ogni militante può unirsi al KKE e combattere su tutti i fronti di lotta, prendere il suo posto nel vero fronte popolare, nell'Alleanza sociale, contro i monopoli e il loro potere.

 

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare